Come volevasi dimostrare...

Ciao a tutti, finalmente!

Dopo il Palace of fine arts e l'oceano non c'è stato il giro al Buena Vista Park e a Haight Street, ma la visita a Twin Peeks (no, non quello della famosa serie di David Lynch).

Prendiamo l'autobus per le colline gemelle, saliamo, è fermo al capolinea. Stavamo discutendo degli ABBA, Fabio li ama, io gli ho risposto che per me sono pittoreschi...e lui ha sottolineato che i rockettari li snobbano. Poi abbiamo iniziato a cantare qualche brano di loro canzoni, anche sull'autobus. A un certo punto l'autista ci dice: "Mmm...Very good!" e ci applaude. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere e prima di scendere ci ha chiesto da dove venissimo e ha concluso che Milano è la sua città italiana preferita, chissà se solo per compiacerci...bah? comunque era moolto simpatico!

Per arrivare in cima a queste colline c'è un percorso che, per una come me che ha le vertigini e si fa sotto, è una grande sfida. E' una zona da cui si vede tutta la città; le nuvole viaggiano sulla testa in un'atmosfera surreale. La prima cosa che ho pensato, appena arrivata, è stata che è un posto molto malinconico, l'ideale per starsene un po' da soli. Mi son venute le lacrime agli occhi, sia per la stupenda vista di San Francisco, sia perché mi son fermata a pensare e mi sono fatta trasportare dalla malinconia, che già albergava nel mio animo (qualcuno direbbe: "oggi la Cri è mistica!"). Jeff Buckley suonava e cantava solo per me, nella mia mente.

Mi sono seduta appena possibile per sentirmi al sicuro, avevo paura, vista l'altezza e la pendenza.

Poco distante da me c'era un ragazzo, assorto nei suoi pensieri, che scriveva. Chissà cosa gli stava passando per la testa e cosa di questa miriade di pensieri stava riportando sul suo quaderno?

Twin Peaks (Ro', ricordami il nome in spagnolo...!) è proprio un posto per riflettere in solitudine, in silenzio, se non per i rumori del vento e della natura intorno...